La chiesa di S.Saba è il nucleo religioso di maggior spicco della zona, a cui lo stesso rione deve il toponimo. In origine era un antichissimo monastero, risalente all’inizio del secolo VIII, istituito da monaci greci basiliani che al loro cenobio dettero il nome di “Cella Nova”, in ricordo del “larum novum”, un monastero di Gerusalemme anch’esso dedicato a S.Saba, abate di Palestina, morto nel 532. Nel X secolo il monastero probabilmente fu abitato da monaci benedettini, i quali avrebbero costruito la prima chiesa al di sopra dell’oratorio, che passò invece ad accogliere le sepolture dei monaci. Il monastero non subì successivamente sostanziali trasformazioni fino al momento della ricostruzione romanica avvenuta intorno al 1145, quando il monastero fu concesso ai monaci di Cluny da papa Lucio II. Sul vecchio oratorio a navata unica si impostò così il nuovo edificio a pianta basilicale, a somiglianza delle grandi chiese paleocristiane: tre navate, ognuna terminante con un’abside, scandite da colonne. La nuova chiesa fu dotata anche di un campanile, posto all’estremità occidentale della navata laterale sinistra.
La costruzione alto-medioevale, però, non scomparve del tutto: la parete occidentale fu parzialmente rialzata ed inglobata in quella del nuovo edificio e furono conservati buona parte degli affreschi parietali, integri al di sotto del nuovo apparato murario.
Nel secolo XV il monastero fu sotto la guida del cardinale Piccolomini, al quale si devono l’attuale facciata, la decorazione del tetto a capriate e l’arco trionfale. Agli inizi del secolo successivo il complesso fu affidato ai Cistercensi, quindi ai Canonici Regolari ed infine al Collegio Germanico Ungarico retto dai Gesuiti, ai quali tuttora è affidata la parrocchia. Ulteriori restauri si ebbero sotto Gregorio XIII (1572-81), Pio VI (1775-99) ed infine nei primi decenni del Novecento, tra il 1932 ed il 1943: a quest’ultimo si deve l’aspetto attuale della chiesa.
L’interno della chiesa è a tre navate, divise da 24 colonne appartenenti ad edifici pagani, e concluse da tre absidi; la navata centrale, che risulta essere il doppio di quelle laterali, è illuminata da una serie di otto finestre che si aprono su entrambi i lati. Esiste, inoltre, una sorta di quarta navata sul lato sinistro (forse un originario portico) sulle cui pareti sono ancora visibili gli affreschi del secolo XIII.
Il restauro ha interessato tutti i manti di copertura in laterizio della chiesa nonché la revisione degli elementi strutturali lignei che compongono la struttura di sostegno della copertura: capriate, puntoni, monaci ecc…
Si è provveduto pertanto alla rimozione del vecchio manto di copertura in coppi ed embrici e alla posa di una guaina impermeabile nella parte esterna delle coperture.
Nelle porzioni di tetto, dove necessario, sono stati sostituiti gli elementi lignei: tavolati, correnti, travetti, palombelle con altri elementi identici per forma ed essenza.
Alcune delle grandi capriate, le strutture lignee complesse della navata centrale, sono state smontate e raddrizzate per riallineare le congiunzioni di tutti gli elementi costituenti al fine di rendere nuovamente efficienti le prestazioni statiche di sostegno delle coperture.
Anche la struttura lignea secondaria, arcarecci e terzere, previo smontaggio del manto di copertura e del pianellato in laterizio è stata sostituita tramite fornitura e posa in opera, squadrata con l’ascia a sezione pressoché uniforme, compreso la grossa chioderia e l’occorrente ferramenta di staffatura, la spalmatura delle testate con carbolineum e muratura delle testate stesse nelle predisposte sedi.
Tutte le parti lignee, infine, sono state trattate con liquido antiparassitario per la prevenzione e la conservazione delle strutture applicato mediante accurata pulizia delle superfici da trattare con cartavetro, stesura a tre passate intervallate per favorire il massimo assorbimento della vernice antitarlo fungicida.
Una volta istallate le orditure lignee le coperture sono state coibentate con pannelli di materiale isolante in lana di legno mineralizzata con magnesite ad alta temperatura e reazione al fuoco classe B-s1, d0 di spessore 25 mm. Successivamente sono stati posti i manti impermeabili prefabbricati previo trattamento con idoneo primer bituminoso. Infine è stato ripristinato il manto di coppi ed embrici in laterizio.
Sono stati sostituiti, inoltre, i canali di gronda, le converse e scossaline montate in opera con cicogne e collari in in rame da 8/10.
Nell’ esonartece, all’ingresso della chiesa, è stato restaurato il soffitto cassettonato a regolo per convento in legno di castagno, tramite pulitura a secco, stuccatura, sostituzione delle parti mancanti nella stessa essenza e trattamento estetico finale con mordente ed impregnate fungicida.
Internamente si è operato il restauro del ciclo di affreschi presenti nella fascia perimetrale sulla sommità della navata centrale.