Tipologia Intervento
Il Palazzo fu costruito tra il 1455 e il 1467 su commissione del cardinale veneziano Pietro Barbo, che in seguito divenne papa con il nome di Paolo II. Venne utilizzato travertino proveniente dal Colosseo e dal Teatro di Marcello.
La paternità del progetto del palazzo, che rappresenta uno dei primi e più importanti edifici civili della Roma rinascimentale, è incerta; per alcuni è da riferire a Leon Battista Alberti (che però fu molto critico sui cantieri romani dell’epoca), per altri a Giuliano da Maiano, che sicuramente scolpì il portone principale del palazzo, per altri a Bernardo Rossellino. Il palazzo, che venne costruito inglobando edifici precedenti, era essenzialmente articolato su due corpi di fabbrica: il Palazzetto, affacciato tra piazza Venezia e via San Venanzio, costruito dal 1455, e il corpo principale di ampiezza pressoché doppia e racchiuso tra la piazza, via del Plebiscito e via degli Astalli. All’angolo sulla piazza faceva da cerniera tra le due facciate l’alta “Torre della Biscia”.
Nel 1909, nell’ambito del piano di sistemazione di Piazza Venezia, fu decisa la demolizione del Palazzetto, che, smontato dalla sua posizione all’angolo sudorientale del Palazzo, venne ricostruito addossandolo alla sua facciata meridionale, fra piazza San Marco e via degli Astalli.
La ricostruzione del Palazzetto non fu fedele, poiché ne fu regolarizzata la pianta trapezoidale e venne ridotto il numero delle arcate prospicienti il cortile interno.
Nel 2011 vengono realizzate i lavori di restauro, di manutenzione straordinaria delle gronde, discendenti, coperture e la revisione degli impianti.
Restauro dei pavimenti dell’appartamento Barbo in mattonato smaltato e maioliche
L’appartamento Barbo è situato al piano di Palazzo Venezia e costituisce la parte più antica dell’intero complesso voluto dal veneziano Piero Barbo eletto Pontefice con il nome di Paolo II nel 1464.
Le sale oggetto dell’intervento sono pavimentate con ammattonati mischi di maioliche smaltate e cotto in parte coevi alla edificazione dell’edificio in parte opera di rimontaggi novecenteschi ad imitazione.
Il restauro ha avuto come obbiettivo il recupero dei molti lacerti di pavimentazioni andati perduti nel tempo a causa delle opere di manutenzione e per l’istallazione di impianti vari.
Sono state pertanto eseguite repliche fedeli sia delle parti in cotto che di quelle maiolicate, utilizzando materiali e tecniche premoderne del tutto simili alle originali.
Su indicazione della Soprintendenza si è proceduto ad una integrazione all’identique al fine di restituire integrità ai manufatti ed una corretta lettura dell’opera pavimentale.
Infine sono state eseguite due lucidature a mano, una ad olio di lino e cotto ed una a cera vergine.