Il Villino Robertini, progettato dall’architetto Arturo Pazzi insieme all’ingegnere E. Albertini, come si evince dai disegni dell’Archivio del Comune di Roma, vide la luce fra il 1905 ed il 1909, con una invidiabile posizione di testa nel casellario della lottizzazione.
Le operazioni di restauro hanno riguardato tutti i livelli di decorazione e sono state eseguite nel rispetto del disegno e delle cromie originarie con lo scopo di riequilibrare e restituire il più possibile una omogeneità d’insieme dell’apparato decorativo dell’intero edificio.
Le operazioni di pulitura meccanica sono state effettuate su tutte le superfici decorate, si è poi proceduto con il consolidamento delle parti non coese al supporto murario.
La continua esposizione agli agenti atmosferici ha infatti causato numerosi distacchi dell’intonaco dal supporto murario e il deterioramento dello stesso tale da aver causato la perdita dell’apparato decorativo. In questo caso si è reso necessario il rifacimento dell’intonaco e la successiva ripresa o rifacimento del decoro stesso. A tal proposito sono stati realizzati in loco, ricalcando i disegni integri esistenti, dei cartoni da utilizzare come modello nei casi di parziale o totale perdita del decoro esistente.
L’operazione di riequilibratura cromatica dei fondi e dei decori è avvenuta attraverso lo studio di piccoli campioni di decorazione e cercando di rispettare il più possibile le cromie originarie. Al termine delle lavorazioni si è ritenuta opportuna la stesura di un prodotto a base di silicato al fine di ottenere uno strato protettivo e rendere la superficie resistente all’acqua.